Sala I

Le opere esposte nella sala 1 documentano l’attività di Michele De Napoli durante gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento: sono queste le opere più vicine alla sua formazione avvenuta presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli e influenzate soprattutto dalla lezione neoclassicista di Costanzo Angelini, dal quale l’artista terlizzese apprese una severa educazione disegnativa che collocava il corpo umano al centro della pratica artistica. A questa formazione, rimarcata dallo studio della statuaria antica e della pittura dei maestri del Sei e Settecento, rimandano disegni come il Nudo virile e il Nudo virile alla colonna, che introducono alla visione di alcune delle opere più note tra quelle conservate nella Pinacoteca: Mario e il Cimbro, ispirato, come altri dipinti, ad un episodio della storia antica e caratterizzato da una robustezza disegnativa tutta neoclassica; Alessandro e il suo medico Filippo, bozzetto per il dipinto ammesso nel 1837 all’Esposizione di Napoli; Prometeo che plasma l’uomo con l’argilla, uno dei tanti studi per il dipinto che, conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli, permise all’autore di vincere la medaglia d’oro in occasione dell’Esposizione di Napoli del 1841: a quest’opera sono riconducibili anche i due studi di teste raffiguranti Prometeo e Psiche, esposti in questa stessa sala. Opere di soggetto storico antico sono anche Mario sulle rovine di Cartagine, dalla eloquente teatralità, nonché l’acquerello monocromo raffigurante Diotimo Novarco ateniese che bandisce i Giochi Lampadici, progetto per il sipario del teatro Fondo, oggi Mercadante, a Napoli.

 

Testa di Psiche

 

 

 

 

Prometeo

 

 

 

 

Diotimo novarco ateniese

 

 

 

 

Mario sulle rovine di Cartagine

 

 

 

 

Prometeo che plasma l’uomo con l’argilla

 

 

 

 

Alessandro e il suo medico Filippo

 

 

 

 

Mario e il cimbro

 

 

 

 

Nudo virile alla colonna

 

 

 

 

Nudo virile