Ritratto del Cardinale Cosenza

III.21. Ritratto del Cardinale Giuseppe Cosenza

Olio su carta, cm 26,6×17

La figura intera, seduta e “in posa”, dell’anziano arcivescovo Giuseppe Cosenza (1788-1863) occupa il centro della piccola tela, ed è da mettere in relazione con il ritratto “ufficiale” del vescovo di Capua. L’ambiente curiale in cui è collocata, sullo sfondo la sequenza in prospettiva dei pilastri assimilabili ad un chiostro o comunque ad ambiente religioso, è delimitato in primo piano dalla tenda rosso scuro, aperta ai lati a mo’ di quinta scenica. Il porporato, guarda allo spettatore mostrando con la mano destra un foglio, forse la nomina alla dignità cardinalizia conferitagli nel 1850, contestualmente al possesso della nuova diocesi, da Pio IX. Non sappiamo di preciso quando il De Napoli entrò in contatto con Cosenza che prima di essere chiamato da Pio IX alla cattedra di Capua (1850-1863), resse, per nomina regia, quella di Andria (1832-1850). Certo è che dopo le importanti commesse a Napoli nella Basilica di S. Domenico Maggiore (1853-1854) in cui collaborò con l’architetto Ferdinando Travaglini, De Napoli e Travaglini si ritrovarono nuovamente insieme, a partire dal 1855, per il rinnovamento architettonico e decorativo della cattedrale di Capua, pianificato proprio dal Cosenza. Risalgono dunque a questo periodo i numerosi studi e bozzetti per il ritratto del cardinale. Il volto maturo e stanco, ma dallo sguardo arguto, fanno di questo studio una prova della ricerca psicologica e rendono oltremodo interessante il “gustoso bozzetto (che) si fa ammirare per una pennellata rapida, descrittiva, quasi impressionistica” (D’Orsi 1939, p. 26). Non si ha notizia, come ipotizzato, di un ritratto del Cosenza a Capua mentre vi sono fondati motivi per ritenere che il ritratto definitivo del cardinale sia da riconoscersi nella tela (misura cm. 183,3x 132), non finita, nella Pinacoteca di Terlizzi in cui solo la testa dell’alto prelato risulta portata a compimento. Contrariamente all’altro ritratto in Pinacoteca (scheda 22), sia nel bozzetto che nella tela non finita, il Cosenza è ripreso nella piena senilità: le due opere vanno quindi collocate intorno agli ultimi anni di vita del Cosenza che muore nel 1863.

Il ritratto “a grandezza naturale” viene sommariamente descritta dal Paloscia che aggiunge alcune annotazioni encomiastiche sul Cosenza, amante delle arti e fautore del rinnovamento del tempio principale della diocesi: “Ritratto a grandezza naturale, nel quale è dipinta la sola testa e in parte il fondo. Uomo venerando, che ebbe il gran merito di aver dato campo, nella Basilica di Capua, a grandi maestri, fra cui il Cav. M. De Napoli, di mostrare tutta la loro eccellenza nelle Arti. Ivi, accanto alle opere di un Solimena, di un Bernini e di un Bottiglieri furono invitati a prove manifeste del loro genio il Mancinelli, il Maldarelli, il Morano, il Travaglini, il Solari ed altri insigni, fra cui De Napoli, al quale specialmente furono affidati gli affreschi famosi, che, secondo l’illustre Vincenzo Petra, ‘richiamano al pensiero le meraviglie dell’arte monumentale’” (Paloscia 1898, n. 475). Nel grande dipinto non finito sullo sfondo, oltre i pilastri quadrati, ricompare con maggiore dettaglio la lunetta contenente il bassorilievo perfettamente leggibile dello stemma di Cosenza, sorretto da due angeli e completato dal cappello cardinalizio: un bastione circolare sormontato tra tre torri.

F.D.P.

Bibliografia: N. Paloscia, Catalogo illustrativo della Pinacoteca De Napoli, Bitonto 1898, n. 446-447; M. D’Orsi, Catalogo della Pinacoteca De Napoli in Terlizzi, Bari 1939, n. 11, tav. II;

Scheda Catalogo Generale Soprintendenza BSAE della Puglia: 1600000030, Ch. Farese Sperken, 1974.